Domenica pomeriggio, la noia comincia a tessere le proprie trame e proprio in quel momento sento l’esigenza irrefrenabile di sfuggire alle sue grinfie e di inventarmi qualcosa, quindi comincio a frugare tra i miei appunti e trovo il post di una mostra fotografica a Troina. Ma non è un’esposizione qualunque, bensì del grande Robert Capa che ha documentato il conflitto bellico della seconda guerra mondiale proprio in Sicilia e a Troina in particolar modo. Detto fatto, avviso il mio amico Josh di questa decisione e mezz’ora dopo eravamo già di strada in direzione di Troina. Una volta lì, dentro le stanze del palazzo della pretura nel cuore del centro storico, è stato come immergermi in quelle stampe rigorosamente in bianco e nero e udire il brusìo di quella gente in mezzo alle strade, fuori dalle proprie case ridotte in macerie, fotografie di gente abilmente ritratta dal grande artista.
La mostra dedicata al più grande fotoreporter di guerra, in un certo qual modo lo riporta a Troina, anche se questa volta arriva per prima la sua fotografia e il suo modo straordinario di raccontare la crudeltà e tutto quello che ne scaturito.
Ben 62 stampe in parte inedite, selezionate ed acquisite dall’International Center of Photography di New York, come preziosa testimonianza storica della seconda guerra mondiale in Sicilia, dopo lo sbarco degli Alleati nel luglio del 1943. Scatti unici, molti dei quali realizzati proprio a Troina, documentano la crudeltà della guerra, la sofferenza dei civili e la vita quotidiana nei luoghi invasi e ridotti in macerie dai bombardamenti, ripresi abilmente con straordinaria efficacia dal fotoreporter ungherese con i 35 millimetri della sua Contax e della Rolleiflex. Le due macchine fotografiche utilizzare durante il reportage in quella Sicilia del ’43.
