Dal punto più basso a quello più alto. Da un vicolo adiacente alla chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, ai 1050 metri s.l.m. del monte saraceno. Un racconto che narra ciò che ho incontrato lungo un cammino intrapreso per caso, suggerito da ciò che si è palesato al mutare del sole.
Un’inedita proiezione di come le ombre che si plasmano con la materia circostante, riescano a restituire nuove forme, capaci di migrare dalle pareti delle chiese, agli edifici del centro storico, evidenziando tutto quello che incontrano durante il loro passaggio. Una luce capace di evidenziare di verde il manto erboso di un vecchio ponte, un arto che un tempo comunicava con le numerose contrade del versante sud del vasto territorio del comune di Sant’Angelo di Brolo. Sempre quella luce che, sul finire del giorno, si cela dietro l’orizzonte arroventato da luci ancora più basse.
Le tessere danno vita ad un immenso mosaico, i cui incastri risultano essere la luce, le ombre e l’amore.